ROMANZI
D’AVVENTURA TRA I BASSIFONDI DELLE CITTA’:
I
“MISTERI URBANI”
di
Riccardo N. Barbagallo
Ad
Angela Bianchini e Vittorio Brunori per avermi fatto conoscere
il
magnifico mondo dei
roman-feuilletons del
XIX
secolo
L’archetipo
del genere è Les Mystères de Paris di
Eugène
Sue (1804 –1857).
La prima puntata del romanzo apparve il 19 giugno 1842 in appendice al
conservatore Journal des Débats e la pubblicazione proseguì fino al 15
ottobre dell'anno successivo, per un totale di 147 appendici subito riunite in
dieci volumi. Il romanzo ottenne un trionfale successo di pubblico e l'eco si
fece sentire anche in sede governativa. Durante la pubblicazione, infatti,
nonostante il Journal fosse accusato in Parlamento di "far passeggiare
da un anno i suoi lettori per le fogne parigine", Sue ricevette la
Croce della Legion d'onore dal Ministro della Pubblica Istruzione.
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Les
Mystères de Paris
di
Eugène Sue |
I
giornali di parte democratica plaudono allo scrittore ed ospitano giudizi o
confessioni di lettori entusiasti; la Ruche populaire inizia una campagna
di appelli filantropici e dà vita ad una rubrica dedicata alla vita degli
operai, significativamente intitolata Misteri della Fabbrica.
L'aspetto
paradossale è però che lo scrittore aveva iniziato controvoglia il proprio
lavoro sulle "classi pericolose" della capitale sul modello di una
pubblicazione inglese illustrata. Eugène
Sue
era già noto per aver esordito, sulle orme di James Fenimore Cooper, con
racconti avventurosi di argomento marinaresco, alternando pagine di avventure
esotiche a romanzi di costume (Plick
et Pluck, 1831; Atar Gull, 1831; La Salamandre, 1832; Mathilde,
1841).
E,
in effetti, i coloriti personaggi e l’ambientazione dei “Misteri Urbani”
sono delle traslazioni di figure e situazioni del romanzo d’avventura. Nei tapis
francs dei bassifondi delle città troviamo un vero e proprio inventario di
avventurieri denominati genericamente Mohicans od Apaches. Tra i
personaggi più biechi, degni dell’infame dizionario furfantesco di Bîcetre e
della Concergerie, ritoviamo i charrieurs, gli scionneurs, i
vautarniers, senza contare i ladri alla carrouble e alla
forline. In questo universo si muovono poi studenti squattrinati e dandys,
avvolti in ampi mantelli che già allora non si vedevano che nei ritratti di
Chateaubriand e di Byron, prostitute e grisette, nobili decaduti ed
onesti artigiani perseguitati dalla miseria. Leggendo Les Mystères de Paris
rinasce davanti ai nostri occhi - con i suoi palazzi e i vicoli sinistri, i
giardini ed i malfamati quartieri medievali ancora intatti prima degli
sventramenti di Haussmann - la "Parigi capitale del XIX secolo",
scenario grandioso e surreale posto sullo sfondo delle vicende dei protagonisti
di tanti feuilletons, genialmente radiografato negli omonimi quaderni di Walter
Benjamin fino a farne il simbolo dell'essenza della modernità.
I
lettori impazziscono letteralmente per gesta del principe Rodolphe di Gerolstein
alla ricerca della sua bella e sfortunata figlia, Fleur-de-Marie. Il romanzo ha
un così grande successo che
il "romanzo popolare" s’impone nella cultura letteraria e
dell'editoria del secondo Ottocento e nel giro di
pochi anni scrittori come Balzac, Hugo,
Dumas e Sand si misurano sul questo
terreno affidando a questo genere di pubblicazione i loro romanzi.
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Les
Mystères de Paris
di
Eugène Sue |
Scriveva
Gramsci: "Il romanzo d'appendice sostituisce e favorisce nel tempo
stesso il fantasticare dell'uomo del popolo, è un vero sognare ad occhi aperti”.
In realtà, indipendentemente dall’estrazione sociale del lettore, gli
archetipi e i temi che la letteratura popolare esprime (ad esempio il mito del
vendicatore, della fanciulla perseguitata, del seduttore, della cortigiana
pentita, della donna fatale e del criminale ravveduto) hanno il potere di
conquistar il pubblico perché mantengono inalterato in ogni epoca il fascino
della narrazione coinvolgente e potentemente evocativa che si ritrovava in
passato nell’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, come pure
nelle Chansons de Geste, nei Nibelungenlied o nel Ciclo di Artù.
Dopo
i Misteri di Parigi, Sue scriverà numerosi altri romanzi, fra i quali Le
Juif Errant (1844-1845), Martin, l’enfant trouvé (1846) e l’interminabile
Les Mystères du Peuple, ou Histoire d’une famille de prolétaires à
travers les âges, pubblicato tra il 1849 e il 1856, nel quale racconta le
vicende delle famiglia Lebrenn e Plouermel dal periodo romano della Gallia
druidica, sino alle giornate del 1848. Di padre in figlio i Lebrenn, originari
della Gallia, si tramandano i cimeli ed i racconti della loro eterna lotta
contro i Plouermel, una famiglia di dominatori di origine franca.
Frattanto,
Sue aveva visto coronata la propria attività con l'elezione plebiscitaria
all'assemblea legislativa nel 28 aprile 1850; poi, dopo il colpo di Stato di
Napoleone, lo scrittore è costretto a ritirarsi in esilio nella Savoia, ad
Annecy. Qui si spegne il 3
agosto 1857 ed il suo funerale rischia di trasformarsi in un tumulto, con le
campane che chiamavano i fedeli alla messa domenicale e la folla enorme che
vuole invece accompagnare lo “scrittore del popolo” nel suo ultimo viaggio.
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Les
Mystères du Peuple
di
Eugène Sue |
Il
roman-feuilleton era nato nel 1836 quando La Presse di Emile de Girardin
e Le Siècle di monsieur Dutacq iniziarono a dedicare le pagine centrali
dei loro giornali alla narrativa a puntate. All’inizio si trattava soltanto di
romanzi divisi a pezzi, primo di tutti il celeberrimo Lazarillo de Tormes,
ambientato nei bassifondi della Spagna del Cinquecento; in seguito i
professionisti di questo genere impareranno a scrivere giorno dopo giorno le
puntate da pubblicare, seguendo solo per grandi linee un filo conduttore e
interrompendo la narrazione con un’abilità tale da lasciare il lettore col
fiato sospeso.
Uno dei più prolifici autori del primo glorioso periodo della storia del roman-feuilleton è senza dubbio Frédéric Soulié (1800-1847), celeberrimo autore delle Mémoires du Diable (1837‑1838). Contemporaneo di Soulié, Eugène Sue rivaleggerà con lui nella conquista del grande pubblico e, in effetti, per quanto le Mémoires siano un romanzo gotico, l’influenza sui Mysteries non è da sottovalutare. Da rilevare, comunque, che Soulié aveva tratto ispirazione per il suo romanzo da The Monk (1796) di Matthew G. Lewis (1775-1818) e, soprattutto, da Le Diable boiteux (1722) di Alain-René Lesage (1668-1717) che, a sua volta, era stato influenzato da Diablo cojuelo (1641) di Vélez de Guevara (1579-1644). Soulié non godrà per molto della popolarità del suo pubblico perché la morte lo coglie prematuramente a causa di una ipertrofia al cuore nella sua casa di campagna a Bièvre.
In
Inghilterra, dopo i primi successi di Charles Dickens (1812-1870), che pubblica
il suo The Posthumous Papers of the Pickwick Club (1836) a puntate sulle
pagine del maggior quotidiano britannico, un giornalista radicale come G.W.M.
Reynolds (1814-1879) dà vita ai suoi Mysteries of London (1844-1848). In
realtà furono pubblicati quattro romanzi con questo titolo in Inghilterra, ma
soltanto di due di essi Reynolds è l’autore.
Il
primo romanzo ha per protagonisti due fratelli, Richard and Eugene Markham, i
quali decidono di vivere secondo le proprie inclinazioni con la promessa di
incontrarsi nuovamente dopo dodici anni. Richard è un uomo virtuoso ma finisce
per trascorrere cinque anni in galera, poi riesce a diventare il capo di un
immaginario Stato italiano. Eugene, al contrario, decide di far soldi
disonestamente ma, trascorsi i dodici anni, perduta ogni cosa muore tra le
braccia del fratello. Sullo sfondo di questa vicenda, un gran numero di storie
secondarie che arricchiscono la trama del principale.
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The
Mysteries of London
di
G.W.M. Reynolds |
Il secondo
romanzo con lo stesso titolo, anch’esso di Reynolds, racconta le peripezie di
un ladro, Tom Rainford, che scopre di avere nobili origini e di suo figlio,
perdutamente innamorato di un’affascinante e pericolosissima donna.
Gli altri
due The Mysteries of London furono scritti, a partire dal 1848,
rispettivamente da Thomas Miller e E. L. Blanchard. Erano molto più brevi e non
riscorsero gran popolarità. Poi vi furono The New Mysteries of London,
pubblicati anonimamente ed illustrati da Phiz.
A The Mysteries of
London, Reynolds fece seguire i Mysteries of the Court of London pubblicati
tra il 1848 ed il 1855. Qui
la trama somiglia molto ad una soap-opera americana dove non esiste un vero
protagonista e le vicende si intrecciano e sciolgono continuamente, senza un
ordine prestabilito. E’ interessante notare come Reynolds lanci continuamente
i propri strali verso la casa reale inglese colpevole, secondo lui, dei più
abominevoli peccati.
I Mysteries of London e The Mysteries of the Court of London, furono un vero fenomeno letterario dell’età Vittoriana. Per avere un’idea della lunghezza di questo lavoro monumentale che comprende qualcosa come quattro milioni e mezzo di parole, basti pensare che corrisponde a quasi l’intera produzione di Dickens.
Première partie.